Notizie fresche dall’Italia di oggi – 16.03.2024

Olio Extra Vergine di Oliva della Sardegna: Tradizione di Eccellenza e Riconoscimento Internazionale

L’olio d’oliva sardo continua a confermare la sua reputazione come uno dei migliori al mondo, ricevendo regolarmente riconoscimenti ai più alti livelli sia in Italia che all’estero. La regione della Sardegna è rinomata per le sue tradizioni secolari nella produzione dell’olio d’oliva, e i produttori moderni portano avanti questo lascito con rispetto e passione

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Aziende leader in questa regione, come l’Accademia dell’Oleare della famiglia Fuà e Masoni Becciu, non solo dimostrano competenza nella produzione dell’olio d’oliva, ma raggiungono nuove vette, ottenendo premi meritati sia a livello nazionale che internazionale.

L’Accademia dell’Oleare continua a mantenere il suo meritato posto al vertice della lista dei migliori oli. Il loro olio extravergine biologico, Sardinia DOP, è stato riconosciuto come il migliore nella categoria “Sapore fruttato medio” al prestigioso concorso Olio Capitale a Venezia, in Italia. Questa azienda è stata anche onorata con un premio speciale dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Olio per due prodotti eccezionali: “Riserva del produttore” Sardegna DOP e Biologico. Questi successi sottolineano non solo l’eccezionale qualità dei prodotti, ma anche un impegno costante per l’innovazione e il miglioramento.

Masoni Becciu cattura anche l’attenzione della comunità globale con il loro olio #Alphabetum, riconosciuto come il migliore in Europa all’evento Il Magnifico. Questo olio d’oliva, con note di pomodoro e carciofo, rappresenta un vero capolavoro nel mondo degli oli d’oliva. La vittoria di Masoni Becciu segna la prima per un’azienda sarda nella storia di questo prestigioso concorso, confermando la posizione di leadership della regione nella produzione di olio d’oliva di alta qualità.

Tuttavia, il successo di queste aziende va oltre i semplici premi. Riflette il duro lavoro degli agricoltori sardi, che coltivano con dedizione le olive e preservano le tradizioni della regione. Il settore dell’olio d’oliva sardo svolge un ruolo cruciale nell’industria agroalimentare sia a livello nazionale che internazionale, e la sua importanza dovrebbe essere riconosciuta e sostenuta dalle istituzioni pertinenti.

Grazie alla combinazione unica di tradizione, qualità e innovazione, l’olio d’oliva sardo continua a occupare giustamente il suo posto al vertice del mercato globale. Questo prodotto non è solo un capolavoro gastronomico, ma anche un simbolo della dedizione e della passione del popolo sardo per la propria terra e cultura


 

FIBRE: UNA PARTE ESSENZIALE DI UNA DIETA SANA

La fibra è una fibra vegetale insolubile che non viene assorbita dall’organismo ma svolge un ruolo importante nel mantenimento della salute. Le sue fonti principali sono frutta, verdura, cereali e legumi. È importante capire che la fibra è importante non solo per il normale funzionamento del sistema digestivo, ma anche per le condizioni generali del corpo.


 

Ingredienti Dubbi Trovati in Alcuni Marchi Cosmetici Noti: I Risultati del Test Revelano Conclusioni Scioccanti

Preoccupazioni sono sorte nell’industria cosmetica dopo la scoperta di sostanze discutibili in alcuni marchi ben noti. Dopo i test condotti, molti prodotti non hanno rispettato gli standard, con alcuni risultati scioccanti emersi dall’analisi.

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Un nuovo test tedesco ha rivelato che alcuni prodotti cosmetici contengono sostanze controverse come paraffine e conservanti discutibili. Questa situazione ha allarmato i consumatori e gettato un’ombra sul settore.

La rivista tedesca Ökotest, da tempo preoccupata del benessere dei consumatori, ha deciso di condurre test e ha lanciato campanelli d’allarme riguardanti il trucco. In particolare, la rivista ha deciso di testare 16 mascara neri volumizzanti, di cui solo 7 hanno superato la certificazione.

La gamma di prezzi dei cosmetici ampiamente utilizzati dalla popolazione in tutto il mondo era abbastanza ampia da comprendere un maggior numero di prodotti. Pertanto, il test è passato dai mascara che costano da 2,88 euro a 24,38 euro. Le analisi hanno rivelato che 10 prodotti hanno dato risultati positivi, mentre 6 sono stati respinti.

Attenzione al Trucco: 6 Mascara Non Hanno Superato il Test

I prodotti che non hanno superato il test tedesco sono quelli che utilizzano lubrificanti a base di olio, polimeri sintetici e siliconi. Questi sono elementi che tipicamente forniscono stabilità alle ciglia e migliorano l’effetto complessivo, anche se presentano alcuni svantaggi.

Questi sono ingredienti che possono avere un impatto non solo sull’ambiente, rendendoli poco ecologici, ma sono anche considerati pericolosi per la salute delle persone. È per questo motivo che la preoccupazione tra coloro che hanno condotto i test è stata particolarmente forte.

In particolare, lo studio mirava a avvertire i consumatori identificando i tre peggiori mascara sul mercato, quelli da evitare in quanto contengono ingredienti controversi e sono anche contaminati internamente.

Il primo prodotto che non dovrebbe essere considerato è Maybelline The Colossal Volume Express, 01 Black, che contiene ingredienti discutibili. Successivamente, sono stati segnalati altri due prodotti di L’Oréal: Nyx (l’Oréal) Worth the Hype, Volume & Lengthening Mascara, 01 e L’Oréal Voluminous Mascara Extra Volume, Black.

Il test della rivista tedesca ha quindi rivelato quali marchi sono i migliori quando si tratta di mascara. Tra questi troviamo Benecos, Dr Hauschka, Lavera, Sante e Terra Naturi. Nel frattempo, i prodotti di Essence, Manhattan e Max Factor hanno raggiunto la sufficienza.

Questo test sottolinea l’importanza di fare scelte informate quando si tratta di cosmetici, considerando non solo le qualità estetiche del prodotto, ma anche la sua composizione, l’impatto sulla salute e sull’ambiente. Si invita i consumatori a prestare attenzione agli ingredienti e ad acquistare prodotti da marchi affidabili e di fiducia che garantiscono sicurezza e qualità


 

Nitrosammine negli alimenti: rischi e misure di protezione

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha sollevato preoccupazioni riguardo al legame tra le nitrosammine e il cancro, avvertendo dei potenziali rischi per la salute dei consumatori. Le nitrosammine, composti chimici formati negli alimenti dopo la preparazione e la lavorazione, possono essere cancerogeni e genotossici, ovvero dannosi per il DNA.

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Queste sostanze si trovano in vari prodotti, soprattutto in prodotti di carne trasformati, pesce, cacao, birra e bevande alcoliche. Possono anche essere presenti in verdure lavorate, prodotti lattiero-caseari e prodotti cosmetici. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno la loro distribuzione.

Per proteggersi dagli effetti potenzialmente dannosi delle nitrosammine, è consigliabile limitare il consumo di carne lavorata, specialmente quando preparata a temperature elevate. Introdurre una dieta varia e bilanciata può anche contribuire a ridurre il rischio. Alcuni prodotti, come l’acido ascorbico, l’aglio, le cipolle e le fragole, possono aiutare a ridurre la formazione di nitrosammine nei prodotti alimentari.

L’EFSA continua a monitorare l’impatto delle nitrosammine sulla salute umana e collabora con la Commissione Europea e gli Stati membri per sviluppare iniziative legislative mirate a affrontare questo problema.


 

Italia Senza Neve: Trend e Impatto sul Turismo Montano

L’assenza di neve, sempre più evidente sugli Appennini, non ostacola le tradizionali settimane bianche e lo sci nei fine settimana, le passeggiate con le racchette da neve e il godimento della deliziosa cucina nei rifugi di montagna.

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Infatti, secondo un rapporto di Federalberghi preparato da Tecnè, 8,9 milioni di italiani hanno trascorso le loro vacanze in montagna da gennaio a marzo. Di questi, 6,5 milioni hanno scelto le vacanze sugli sci, mentre 2,4 milioni hanno optato per una breve pausa nei fine settimana.

Il fatturato ammonta a 6,1 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi spesi per le settimane bianche. Per quanto riguarda le destinazioni delle vacanze settimanali, il 95,5% rimane in Italia, con il 72,6% che si dirige verso le regioni settentrionali e solo il 22,9% verso quelle centro-meridionali, anche a causa della mancanza di nevicate sugli Appennini. Nei fine settimana, il 38,6% sceglie le regioni centro-meridionali, mentre il 61,4% opta per il nord.

“Per noi,” commenta il presidente di Federalberghi Bernabo Bocca, “questo è un buon segno che si avvicina alla Pasqua, e ci dà speranza. Abbiamo avuto momenti di difficoltà, temendo che il turismo invernale potesse essere penalizzato in termini di performance dai segmenti più poveri della popolazione.”

Anche il Ministero del Turismo affronta il problema della mancanza di neve. “Questo rapporto,” afferma il Ministro del Turismo Daniela Santanche, “conferma il ruolo centrale delle montagne italiane per il settore turistico, anche a causa del significativo fatturato che generano. Allo stesso tempo, considerando l’effetto frenante causato dalla mancanza di neve sugli Appennini, stiamo già lavorando, partendo dall’attivazione di un gruppo di lavoro con associazioni e operatori di questo settore, alla ricerca di nuovi modi per vivere le montagne per massimizzare il potenziale di questi territori.”

Alloggiare in un hotel rimane l’opzione preferita durante il periodo delle vacanze sugli sci, “un respiro di aria fresca per la nostra attività,” commenta Bocca, che, tuttavia, sottolinea: “Tutto questo è un ottimo auspicio, ma contrasta con la prospettiva di una vacanza, qualunque essa sia. Durante il periodo di cui vogliamo parlare, purtroppo, questo ha un impatto sulla minore capacità di acquisto. Secondo il nostro sondaggio, 7 italiani su 10 hanno affrontato l’aumento dei prezzi, orientando diversamente la loro scelta. E per noi, questo,” conclude, “non potrà mai essere una buona notizia.”

Anche Assoturismo suona l’allarme riguardo all’aumento dei prezzi, che allontana i connazionali dalle montagne: “Rispetto all’anno scorso, ben 3 milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare alle vacanze sugli sci da gennaio a marzo, con perdite di fatturato in questo settore che arrivano fino a 3,5 miliardi di euro entro il 2023.” La classica settimana bianca, secondo l’associazione, diventa sempre più estenuante a causa dell’aumento esponenziale dei prezzi che ha colpito l’intero settore montano. “Il costo dei skipass,” riferisce il presidente Gabriele Melluzo, “è aumentato del +8,1% nelle Dolomiti nel 2024, del +6,5% a Courmayeur, del 7,7% a Bormio e del 7,6% a Livigno, e rispetto al 2021 aumenta il numero di skipass giornalieri. il numero di skipass è addirittura aumentato del +22,1% a Livigno, del +21,7% a Bormio, del +19,4% nelle Dolomiti, del +16% a Courmayeur.”


 

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